2.10.10

Inception



Ne parlo solo adesso ma in realtà l’ho visto appena è uscito. Inception di Christopher Nolan è sicuramente un film maestoso che riesce a coprire quello spazio per cui inizialmente fu creato il cinema: l’intrattenimento puro e semplice. Il regista, come ne Il cavaliere oscuro, riesce a girare scene d’azione coinvolgenti e potenti (stimolando la mente e le discussioni fuori dalla sala). Potente: quest’ultimo è proprio il termine giusto per indicare il senso di pathos epico che si avverte guardando il film. Si sta assistendo a qualcosa di grande, enorme, colossale. E le musiche servono a dovere questa caratteristica (trovo davvero ridicole le critiche sulla colonna sonora troppo ingombrante).

Purtroppo però, a differenza de Il Cavaliere Oscuro, Nolan non riesce ad andare oltre l’intrattenimento, al bellissimo thriller d’azione. Le basi c’erano, ma sono state sviluppate male ricadendo sul banale. Sto parlando di un personaggio principale in cui non ci si riesce ad immedesimare (e poi troppo simile a quello già visto in Shutter Island di Scorsese). Sto parlando di un’Ellen Page che è troppo piccola e modesta (parlo proprio di corporatura e presenza scenica) per essere una buona spalla a contatto di cotanto slendore attoriale nel resto del cast, e del suo personaggio davvero fastidioso. Sto infine parlando di una storia d’amore, che dovrebbe reggere l’intero film, portandolo ad essere qualcosa di più, ma che non riesce ad essere che un racconto di banalità dentro un quadro originale. La stessa riflessione portante del film, declamata nel teaser trailer, l’idea come parassita, non è sviluppata a dovere.

Cristopher Nolan ha detto: “L’idea è quella di raccontare una storia profondamente intimista ma su una scala da blockbuster”.
Purtroppo per quanto sia stato bravo nel mostrarci la discesa negli strati del sogno, non è stato altrettanto capace di descrivere le profondtà dell’animo umano.

***

Ho parlato poco tempo fa di Satoshi Kon, mi dispiace che non abbia potuto vedere questo film, gli sarebbe piaciuto vicino com’è alle tematiche e alle situazioni già viste nelle sue opere. E soprattutto avrebbe amato le parole di Cobb quando spiega ad Ariadne che nei sogni non ci si ricorda di come sono iniziati, di come si è giunti in un certo luogo. Di intersezioni filosofiche tra cinema e sogno se ne possono fare e ne sono state fatte a milioni, ma credo che questa avrebbe interessato particolarmente Kon, così attento all’effetto del cinema sullo spettatore. Il montaggio infatti, tanto sapientemente utilizzato dal regista giapponese porta allo spettatore la stessa senzazione del sogno, mettendolo davanti a scene che non si sa come si siano originate non facendogli per nulla percepire lo schock del passaggio da un “mondo” ad un altro. L’inconsapevolezza acritica del sogno appunto.

1 commento:

tiamotiodio ha detto...

Cercando recensioni e commenti su Inception, google mi ha portato su questo sito:
http://www.i400calci.com/2010/09/inception-la-recensione-di-inception/

(per un attimo ho pensato che "I 400 calci" fosse il titolo ironico dato alla recensione LOL), nel sito troverete una recensione che mi trova molto d'accordo e che in ogni caso è davvero simpatica. Nei commenti poi sono state segnalate queste due immagini per farsi due risate:

http://imgfave.com/view/807453

http://28.media.tumblr.com/tumblr_l9f4zw9aM61qzmowao1_500.jpg