24.6.13

Finzioni di Jorge Luis Borges

Sono passato da aNobii (carinissimo nell’interfaccia, ma troppo troppo lento) a Goodreads (un po’ meno localizzato ma molto movimentato, anche con interventi degli autori, e soprattutto veloce).

FinzioniFinzioni di Jorge Luis Borges

My rating: 5 stelle su 5






Finzioni: il titolo porta subito il lettore al centro dell’opera, sapiente artificio che collega senza scosse realtà e invenzione. Borges gioca con il lettore con una dose di ironia anche più grande di quel che possa sembrare, gioca con la letteratura mentre la osanna a creatrice e distruttrice di mondi e gioca con la conoscenza e la capacità di ragionamento dell’uomo generatrici di linguaggio e vita. Nell’affascinante racconto che apre la raccolta c’è già tutto; i temi da sempre cari all’autore e ciò che verrà nei racconti successivi: l’infinito, gli specchi, i labirinti, la confusione tra vero e falso; un metatesto che si alimenta dello scambio continuo con il lettore. Tlön, Uqbar, Orbis Tertius  è un capolavoro tale da aver spinto altri autori a scriverne arricchendo il mistero e la mitologia di nuovi flussi creativi.

La prima parte dell’opera è quella che racchiude il Borges più complesso e analitico raggiungendo vette tanto alte da oscurare in parte la seconda (in origine erano due raccolte separate) che invece ci presenta un Borges che (anticipato dal racconto Il giardino dai sentieri che si biforcano) continua a sperimentare con i generi in storie più scorrevoli e legate ad un’idea di trama più canonica.

Lentamente l’energia della narrazione tende a prendere il sopravvento sulle imposizioni rigide della riflessione filosofica, fino a quando nell’ultimo splendido racconto, Il Sud, (come fa ben notare Antonio Melis nella nota al testo dell’edizione Adelphi) Borges sovverte quanto detto fino a quel momento e ridona alla vita vissuta e all’universo delle sensazioni il primato sulla letteratura.


Suggerisco la lettura della pagina di Wikipedia dedicata a Tlön, Uqbar, Orbis Tertius.


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