15.1.13

Napule è mille culure Napule è mille paure

Quando si candidò De Magistris, dopo l’entusiasmo iniziale, mi accorsi presto di quanto fosse vuota la sua campagna elettorale. Tanto parlare di migliorare Napoli, di eliminare il problema dei rifiuti (che al tempo era quasi l’unico argomento di dibattito) ma vere proposte zero. La politica oggi offre quasi sempre promesse di miglioramento, tante chiacchiere e pochissima sostanza e proposte. Eppure nel suo caso questa modalità era (ed è ancora) preponderante. Il suo sembra un populismo dei sentimenti che fa della demagogia la sua chiave di volta. Insomma, non vedo così tanta differenza dai modi di Berlusconi se non che De Magistris è stato seguito da persone che hanno un po’ di sale in zucca per rendersi conto della realtà dei fatti dietro le belle parole. Tra queste persone c’è Saviano. Ora, quando si parla di Saviano, io davvero non riesco a capire come sia possibile che riceva tante critiche, non solo da quelli che hanno interesse a demonizzarlo, ma anche da persone non sospette o da amici che ritengo intelligenti. Credo che il problema sia che si tende a divinizzare certe personalità, cosa che porta subito a santificarle moralmente al punto da crederle al servizio totale degli altri, privandole della propria umanità e singolarità nonché della fallibilità. Saviano ha scritto Gomorra e con questo libro ha guadagnato un sacco di soldi: e con ciò? Almeno ci fossero più persone che riuscissero a fare insieme arte (cultura) e denuncia guadagnandoci su. Avremmo molti più libri e film interessanti e una popolazione più informata e libera di quanto ce ne sia adesso che i soldi li fa chi scrive cazzate. Che mi importa che Santoro o la Littizzetto guadagnino un sacco di soldi? Che li guadagni chi fa bene il proprio lavoro, che sia santificato il guadagno in cambio della qualità in un mondo in cui guadagna di più chi la cultura la affossa!

Ma ritorniamo a noi. In questi giorni Napoli è stata al centro delle attenzioni per due motivi legati tra loro: Saviano e De Magistris in un botta e risposta sulle pagine dell’Espresso e la discussione sulla serie Gomorra. Nel primo caso inutile dire che appoggio totalmente Saviano (che tra l’altro ha avuto la delicatezza di scrivere non mi deludere quando io mi sarei sbilanciato in un ci hai deluso), in un momento in cui Napoli ha davvero bisogno di attenzioni, misure forti e presenza dello Stato.
Nel secondo caso, trovo veramente disdicevole la scritta “SCAMPIAmoci da Saviano” e tutta la questione fatta. Se proprio bisognava parlare di qualcosa in maniera costruttiva era la qualità della serie, la realizzazione necessariamente differente che avrebbe dovuto avere rispetto a Romanzo Criminale, trattando di luoghi dove la mitizzazione del crimine è una delle leve principali di reclutamento attivo da parte della malavita.Che mentalità piccole e chiuse… Prendersela con Saviano o con chi denuncia una situazione negativa, anche tramite qualcosa di commerciale come può essere una serie televisiva, non fa altro che dimostrare quanti problemi civili, culturali e politici ci siano in quelle zone…

Dai adesso prendiamo tutti una copia di Gomorra e bruciamola, anzi buttiamola nella raccolta differenziata che non c’è (EDIT: per la precisione cè solo in alcune parti di Napoli, mi dicono che a Scampia ci sia).

P.s.
Non sarà la bella canzone di Pino Daniele a chiudere questo articolo purtroppo.


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