12.9.10

Buon viaggio Satoshi Kon, dovunque sei andato



Molte persone scrivono la tesi e se ne dimenticano dopo una settimana dalla laurea. Per me non è stato così. Ho avuto la fortuna di poter scrivere una tesi su uno dei miei registi di animazione preferiti. E proprio scrivendola ho avuto la possibilità di conoscere meglio il suo lavoro, apprezzarlo di più, capire quanto davvero mi piaceva. Mi piace. Per me è stato davvero un duro colpo scoprire ieri sera della sua morte. È stata una triste e malinconica notte. Ha lasciato questo mondo con un lungo saluto, un post sul suo blog tradotto prima in inglese da Makiko Itoh e poi in italiano da penelope.

Sayonara
Coma potrei mai dimenticare il 18 Maggio di quest’anno?
Ho ricevuto infatti la seguente comunicazione da parte di un cardiologo dell’Ospedale della Croce Rossa di Musashino.
“Si tratta di un tumore pancreatico allo stadio terminale. È metastatizzato a numerose ossa. Le restano al massimo sei mesi di vita”.
Mia moglie ed io ascoltammo insieme. Era una sorte talmente inattesa ed insopportabile che entrambi riuscimmo a stento a batter ciglio.

In tutta onestà avevo sempre pensato “Non posso farci nulla se morirò un giorno o l’altro” . Tuttavia era accaduto così improvvisamente.

Per la verità c’erano state delle avvisaglie. Due o tre mesi prima avevo avuto dei forti dolori in diversi punti della colonna vertebrale ed alle articolazioni delle gambe; avevo perso forza alla gamba destra sino ad accusare difficoltà a camminare, e mi ero recato da un agopuntore e da un chiropratico ma non ne avevo ottenuto alcun giovamento. Così dopo esser stato sottoposto ad esame tramite Risonanza Magnetica, TAC ad emissione di positroni ed altri sofisticati macchinari, era giunta la perentoria diagnosi relativa al tempo che mi restava da vivere.

Era come se la morte si fosse posizionata proprio dietro di me prima che me ne accorgessi, e non c’era nulla che io potessi fare.

Dopo la diagnosi, mia moglie ed io cercammo dei modi per prolungare la mia vita. Si trattava letteralmente di una questione di vita o di morte. Ricevemmo il supporto di amici devoti e solidi alleati. Rifiutai le terapie antineoplastiche e tentai di vivere secondo una visione del mondo leggermente differente dalla norma. Il fatto di rifiutare quanto era considerato “normale” mi apparve così tipico del mio modo di essere.
Non avevo mai realmente sentito di appartenere alla maggioranza. Fu lo stesso per le cure mediche come per qualsiasi altra cosa. “Perché non provare a continuare a vivere conformemente ai miei principi?” Tuttavia, a differenza di quanto avviene quando cerco di realizzare un film, la sola personale forza di volontà non fu sufficiente allo scopo. La malattia continuò a progredire giorno dopo giorno.

D’altro canto, in quanto membro della società, io accetto almeno la metà di quanto la società in generale considera essere giusto. Pago le tasse. Sono ben lungi dall’essere un cittadino esemplare, ma sono a pieno titolo un membro della società giapponese. Pertanto, parallelamente alle cose che avevo necessità di compiere per prolungare la mia vita secondo il mio personale punto di vista, mi occupai di tutto ciò che era necessario fare per “essere preparato a morire adeguatamente”. Non ritengo comunque di essere riuscito a farlo adeguatamente. Ma una delle cose che ho realizzato, con la cooperazione di due amici sui quali posso contare, è stato di costituire una compagnia che si prendesse cura di questioni quali il misero numero di diritti d’autore che detengo. Un’altra faccenda di cui mi sono occupato è stata di assicurarmi, attraverso la stesura di un testamento, che mia moglie entri in possesso senza difficoltà di ogni modesto avere che io possiedo. Naturalmente non pensavo che ci sarebbe stata alcuna disputa in merito alla mia eredità o quant’altro, ma volevo assicurarmi che mia moglie, che mi sarebbe sopravvissuta in questa vita, non avesse nulla di cui preoccuparsi ed inoltre volevo, prima di dover partire, allontanare ogni ansietà da me, colui cioè che stava per compire un piccolo balzo verso lassù.

Delle scartoffie e delle ricerche necessarie a questi scopi, che nè io è mia moglie eravamo in grado di curare, se ne occuparono con sollecitudine degli amici meravigliosi. Più avanti, quando contrassi una polmonite e mi ritrovai con la morte sull’uscio, e apposi la mia firma definitiva sul testamento, pensai che se fossi morto in quel preciso istante……beh pazienza!
“Ah…posso morire finalmente.”

Dopo tutto ero stato trasportato in ambulanza all’Ospedale della Croce Rossa di Musashino due giorni prima di allora; poi portato nuovamente presso lo stesso ospedale il giorno seguente. Infine avevo dovuto essere ricoverato e sottoposto a numerosi esami. Il risultato di queste indagini fu: polmonite, versamento pleurico e quando chiesi al medico (chiaro e tondo), la risposta che ricevetti fu molto pratica, ed io fui in un certo qual modo grado riguardo ciò.
“Potrebbe essere questione di uno o due giorni… ma anche se superasse tutto questo, probabilmente non sopravviverebbe oltre la fine del mese.”
Mentre ascoltavo pensavo “Sembra mi stia riferendo le previsioni del tempo”, ciò nonostante la situazione restava atroce.

Era il 7 di Luglio. Di certo era un Tanabata decisamente crudele.
Così decisi seduta stante.
Volevo morire a casa.

Potevo arrecare disturbo alle persone intorno a me ma chiesi loro di valutare come potessi fuggire e tornarmene a casa. Fui in grado di farcela grazie agli sforzi di mia moglie, la cooperazione dell’ospedale, nonostante mi avessero ormai dato per morto, l’enorme aiuto di altre strutture sanitarie e le coincidenze che furono talmente numerose da apparire semplicemente come regali del cielo. Non avevo mai visto tante coincidenze ed eventi combaciare in modo così preciso nella vita reale che a stento riuscivo a crederci. Questo non era Tokyo Godfathers dopo tutto!
Mentre mia moglie correva a destra e sinistra per sistemare ogni cosa per la mia fuga, io supplicai i medici “Se potessi andare a casa anche solo per mezza giornata, ci sarebbero delle cose che posso ancora fare!”, poi attesi da solo la morte nella deprimente stanza dell’ospedale. Ero solo, ma questo è ciò che pensavo:
“Forse morire non sarà così brutto.”
Non avevo alcun motivo di pensarla così e forse ne avevo bisogno, ma ero sorprendentemente calmo e rilassato.
Comunque c’era un solo pensiero che mi attanagliava:
“Non voglio morire qui…”

Mentre pensavo ciò, qualcosa si mosse dal calendario sul muro ed iniziò a diffondersi per la stanza.
“Mio Dio, una linea che fuoriesce dal calendario. Le mie allucinazioni non sono affatto originali!”
Dovetti sorridere nel constatare come il mio istinto professionale si mettesse in funzione anche in simili circostanze, ma in ogni caso a quel punto mi trovavo più vicino alla terra dei defunti di quanto non fossi mai stato. Sentivo realmente la morte vicinissima a me. Ma con l’aiuto di molte persone miracolosamente fuggii dall’ospedale della Croce Rossa di Musashino e tornai a casa, avvolto dalla terra dei morti e dalle lenzuola.
Mi preme puntualizzare che non ho critiche nè astio verso l’ospedale della Croce Rossa di Musashino, pertanto non fraintendetemi.
Desideravo solo tornare nella mia casa. La casa dove vivo.

Fui un po’ sorpreso del fatto che, mentre venivo portato nel mio soggiorno, come premio provai quell’esperienza sul letto di morte che è familiare a chiunque, dell’ “osservare dall’alto il proprio corpo che viene trasportato all’interno della stanza, da un luogo sovrastante”. Guardavo verso il basso me stesso e la scena che mi circondava da una posizione elevata di molti metri rispetto al suolo, come attraverso una sorta di lente grandangolare e dei bagliori di luce. Il quadrato del letto al centro della stanza appariva molto ampio e prominente ed il mio corpo, avvolto nelle lenzuola, veniva calato nel mezzo del quadrato. Il tutto sembrava avvenire in maniera non molto gentile, ma non è una lamentela la mia.
Pertanto tutto ciò che mi restava da fare era attendere la morte in casa mia.
Comunque.

Pare che sia riuscito a superare la polmonite.
Eh?
Io almeno la vedevo in questa maniera, più o meno:
“Non sono riuscito a morire ! (rido)”
In seguito, quando non riuscivo a pensare ad altro che alla morte, pensai che ero realmente morto una prima volta in quella circostanza. Al fondo della mia mente, la parola “rinato” riecheggiò più volte.

Sorprendentemente, dopo di allora la mia forza vitale si era rigenerata. Dal profondo del mio cuore, credo che ciò sia dovuto alle persone che mi hanno aiutato; per prima e più di ogni altro mia moglie, poi i miei amici che mi hanno sostenuto, i medici e gli infermieri e coloro che hanno gestito l’assistenza.
Ora che la mia forza vitale era ripartita non potevo sprecare il mio tempo. Mi dissi che mi era stata concessa della vita supplementare e che dovevo utilizzarla con attenzione. Così pensai che volevo cancellare almeno una delle cose irresponsabili che mi ero lasciato dietro le spalle in questo mondo.

Per essere sincero, avevo parlato del mio tumore solo alle persone più vicine a me. Non lo avevo detto neppure ai miei genitori. In particolare, a causa di diverse complicazioni legate al lavoro, non avrei potuto dir nulla (alla gente) anche se avessi voluto. Avrei voluto annunciare la mia neoplasia su Internet e riferire del tempo che mi restava da vivere, ma se la morte di Satoshi fosse stata messa in calendario, avrebbero potuto esserci delle ripercussioni, per quanto piccole. Per questi motivi, ho agito in maniera molto irresponsabile verso persone a me leali. Me ne dispiaccio davvero.

C’erano così tante persone che desideravo vedere prima di morire, per dire loro anche solo una parola di commiato. La famiglia ed i parenti, i vecchi amici e compagni di scuola dalle elementari alle medie e sino alle superiori, gli amici che ho conosciuto all’Università, quelli che ho incontrato nel mondo dei manga, coi quali ho scambiato così tanta ispirazione, coloro che ho conosciuto nel mondo degli anime, a fianco ai cui banchi mi sono seduto, coi quali sono andato a bere e coi quali ho rivaleggiato per gli stessi lavori, gli amici coi quali ho condiviso momenti belli e brutti. Le innumerevoli persone che ho potuto conoscere grazie alla mia posizione di regista cinematografico, coloro che si definiscono miei fans non solo in Giappone ma ovunque nel mondo, gli amici che ho conosciuto in rete.
Ci sono così tante persone che vorrei vedere almeno per una volta (beh ce ne sono anche alcune che non voglio vedere), ma se le incontro temo che il pensiero che “non potrò mai più rivederle” finirebbe per sopraffarmi e che non sarei in grado di salutare la morte con serenità. Anche se ero stato ricoverato, mi erano rimaste pochissime forze, ed era necessario un grande sforzo per incontrare le persone. Più gente desiderava vedermi, più difficile si faceva per me incontrarli. Ironia della sorte. Oltre a ciò, la parte inferiore del mio corpo era paralizzata a causa del diffondersi del tumore alle ossa, giacevo prono sul mio letto e non desideravo che la gente vedesse il mio corpo emaciato. Volevo che la maggior parte di coloro che mi avevano conosciuto mi ricordassero come il Satoshi che era pieno di vita.

Vorrei utilizzare questo spazio per scusarmi coi miei parenti, amici e conoscenti per non avervi informato riguardo il mio tumore, per mia irresponsabilità. Per cortesia comprendete che questo è stato un desiderio egoistico di Satoshi. Intendo dire che Satoshi Kon era “fatto così”. Quando immagino i vostri visi ho solo bei ricordi e rammento i vostri ampli sorrisi. A tutti grazie per tutti quei sinceri bei ricordi. Ho amato il mondo in cui ho vissuto. Il solo fatto di pensarlo mi rende felice.
Le molte persone che ho incontrato nel corso della mia vita, che siano state positive o negative, hanno contribuito a dare forma a quell’essere umano che è Satoshi Kon, e sono grato per ciascuno di quegli incontri. Anche se il risultato finale è una morte prematura a metà del mio quarto decennio, ho accettato questo come il mio unico personale destino. Ho avuto dalla mia parte così tante cose positive dopo tutto.
Ciò che penso della morte ora: “Posso solo dire, che peccato!”. Davvero

Comunque anche se posso passar sopra a molte delle azioni irresponsabili (per non averne parlato con le gente), non posso evitare di rammaricarmi per due cose. Riguardo i miei genitori e riguardo il fondatore della Madhouse, il signor Maruyama.
Benchè fosse piuttosto tardi non c’era altra scelta che confessare l’intera verità. Volevo chiedere loro perdono.
Non appena vidi la faccia del signor Maruyama, quando venne a farmi visita a casa, non riuscii a trattenere fiumi di lacrime ed il mio sentimento di vergogna. "Mi dispiace tanto che sia finita così…" Il signor Maruyama non disse nulla, scosse solo la testa e mi strinse entrambe le mani. Ero pieno di riconoscenza. Sentimenti di gratitudine e gioia, per essere stato così fortunato da lavorare con questa persona, mi sommersero come una valanga. Può essere egoistico, ma mi sentii come se fossi stato perdonato in quell’istante.

Il mio maggior rammarico è il film “Dreaming Machine”. Sono preoccupato non solo per il film in se, ma riguardo lo staff con il quale ho potuto collaborare nella lavorazione dello stesso. Dopo tutto, c’è una forte possibilità che gli storyboards che sono stati creati con il nostro sangue, sudore e lacrime non siano mai visti. Questo perchè Satoshi Kon ha messo le mani sul soggetto originale, la sceneggiatura, i personaggi e le ambientazioni, i bozzetti, la musica… ogni singola immagine. Naturalmente ci sono cose che ho condiviso con il direttore dell’animazione, il direttore artistico ed altri membri dello staff, ma fondamentalmente la maggior parte del lavoro può essere capito solo da Satoshi Kon. E’ facile dire che è stata colpa mia l’aver organizzato le cose in questo modo, ma dal mio punto di vista ho fatto ogni sforzo per condividere la mia visione con gli altri. Comunque, nel mio attuale stato posso solo provare un profondo rimorso per la mia inadeguatezza su questi aspetti. Sono davvero dispiaciuto nei confronti di tutto lo staff. In ogni caso, voglio che comprendano, anche se solo in parte. Satoshi Kon era “fatto così” e questo è il motivo per cui era capace di creare dell’animazione piuttosto bizzarra e che era un po’ differente. Mi rendo conto che è una scusa egoista ma pensate al mio tumore e perdonatemi, vi prego.
Non ho atteso oziosamente la morte, persino ora penso con il mio debole cervello a dei modi per far si che il lavoro sopravviva anche quando me ne sarà andato. Ma sono tutte idee superficiali. Quando ho parlato al signor Maruyama delle mie preoccupazioni riguardo “Dreaming Machine” egli disse solo: “Non preoccuparti. Qualcosa escogiteremo, pertanto non preoccuparti”. Piansi.
Piansi a dirotto.
Anche coi miei film precedenti ero stato così irresponsabile con la produzione ed il budget, ma avevo sempre il signor Maruyama a levarmi le castagne dal fuoco alla fine.
Questa volta non è diverso. Non sono davvero cambiato.

Potei conversare con il signor Maruyama a mio piacimento. Grazie a ciò fui in grado di sentire, almeno in parte, che il talento e l’abilità di Satoshi Kon avevano un qualche valore all’interno della nostra industria.
“Mi rammarico di perdere il tuo talento. Vorrei tu potessi tramandarcelo in qualche modo”. Se il signor Maruyama della Madhouse dice ciò posso andare verso l’aldilà con un po’ di orgoglio dopo tutto. E naturalmente, anche senza che nessun altro me lo dicesse, sento del rammarico circa il fatto che le mie bizzarre visioni e la mia abilità di disegnare le cose in minuziosi dettagli andranno perdute, ma nessuno può fare nulla a riguardo. Sono grato dal profondo del cuore che il signor Maruyama mi abbia dato l’opportunità di mostrare al mondo queste cose. Grazie davvero. Satoshi Kon è stato felice in quanto regista di animazione.

Fu davvero straziante comunicarlo ai miei genitori.
Avrei davvero voluto andare a Sapporo, dove vivono i miei genitori, quando ancora ne ero in grado, ma la mia malattia progredì con una rapidità così inaspettata ed irritante che mi ridussi a chiamarli al telefono dalla mia stanza di ospedale quando ero ormai in punto di morte.
“Ho un tumore ormai allo stadio terminale e morirò presto. Sono felice di essere stato il vostro bambino cari Papà e Mamma. Grazie”.
Devono essere stati devastati dall’apprendere tutto questo dal nulla ma ero certo di essere sul punto di morire in quel preciso istante.
Poi però tornai a casa e sopravvissi alla polmonite. Presi la decisione di vedere i miei genitori. Anche loro volevano vedermi. Ma era così duro vederli e non ne avevo la forza. Tuttavia desideravo vedere il volto dei miei genitori un’ultima volta. Volevo dir loro quanto fossi loro riconoscente per avermi messo al mondo.
Sono stato una persona felice. Anche se devo scusarmi con mia moglie, i miei genitori e tutte le persone che amo, per aver vissuto la mia vita un po’ troppo velocemente rispetto alla maggioranza.
I miei genitori assecondarono i miei egoistici desideri e vennero il giorno seguente a casa mia da Sapporo. Non potrò mai dimenticare le prime parole uscite dalla bocca di mia madre non appena mi vide lì disteso.
“Mi spiace così tanto di non averti messo al mondo con un corpo più forte!”
Restai completamente ammutolito.
Potei parlare solo brevemente coi miei genitori ma fu sufficiente. Avevo pensato che se avessi visto i loro visi ciò mi sarebbe bastato ed in effetti così accadde.
Grazie Papà e Mamma. Sono così felice di essere venuto al mondo come vostro figlio (di entrambi voi). Il mio cuore è pieno di ricordi e gratitudine. La felicità in se è importante, ma vi sono grato per avermi insegnato ad apprezzare la felicità. Grazie infinitamente.
È così irrispettoso morire prima dei propri genitori, ma nel corso degli ultimi 10 e più anni, sono stato in grado di realizzare quanto desiderassi come regista d’animazione, raggiungere i miei obbiettivi ed ottenere alcune buone critiche. Mi rammarico sinceramente che i miei films non abbiano incassato molto denaro ma credo abbiano ottenuto quanto meritassero. In questi 10 e più anni in particolare ho vissuto più intensamente di altre persone e credo i miei genitori capiscano quanto avessi nel cuore.

Grazie alle visite da parte del signor Maruyama e dei miei genitori mi sento come se avessi levato un pesante fardello dalle mie spalle.

Infine (mi rivolgo) a mia moglie riguardo la quale sono maggiormente preoccupato ma che è stata il mio supporto sino alla fine.
Da quella comunicazione relativa al tempo che mi restava siamo annegati insieme nelle lacrime così tante volte. Ogni giorno è stato crudele per entrambi, fisicamente e mentalmente. Non ci sono quasi parole per tutto ciò. Ma la ragione per cui sono riuscito a sopravvivere a quelle difficili giornate è nelle parole che mi hai detto immediatamente dopo che abbiamo ricevuto la notizia:
“Sarò al tuo fianco sino alla fine.”
Fedele a quelle parole, come se dovessi fare piazza pulita delle mie preoccupazioni, hai abilmente diretto le esigenze e le richieste che giungevano impetuose verso di noi come una valanga ed hai imparato rapidamente come occuparti di tuo marito. Ero così commosso nel vederti fronteggiare ogni cosa con tanta efficienza.
“Mia moglie è fantastica.”
Non c’è bisogno di ripeterlo in continuazione ora, tu dici? No, no. Tu sei ora ancor più fantastica che mai, lo credo sincerante. Persino dopo che sarò morto, io credo che invierai Satoshi Kon verso l’altro mondo con grazia. Sin da quando ci siamo sposati io sono stato così immerso nel “lavoro e ancora lavoro” che sono riuscito a trascorrere un po’ di tempo a casa soltanto dopo il tumore, che vergogna!
Ma tu mi sei stata vicina, tu hai sempre capito che mi serviva immergermi nel lavoro, che il mio talento era li. Grazie.

Ci sono così tante cose, innumerevoli cose, di cui mi preoccupo, ma a tutto serve una fine.
Infine (mi rivolgo) al Dottor H che ha acconsentito ad assistermi in casa mia sino alla fine, benchè non sia cosa praticata di questi tempi, ed a sua moglie e infermiera la signora K, vorrei esprimere loro la mia profonda gratitudine. Le cure mediche presso una casa privata sono molto scomode ma voi avete gestito le numerose sofferenze e dolori che il tumore porta con se e vi siete adoperati perchè i miei giorni sino alla meta che chiamiano morte fossero quanto più confortevoli possibile. Non so dirvi quanto mi avete aiutato. E non avete solo dovuto occuparvi di questo paziente difficile ed arrogante, come se ciò fosse semplicemente il vostro lavoro, ma avete comunicato con me come esseri umani. Non so dirvi quanto mi siete stati d’aiuto e quanto mi abbiate salvato. Sono stato incoraggiato dalle vostre qualità di esseri umani numerose volte. Vi sono profondamente, profondamente grato.

Da ultimo, e questo è davvero la fine, poco dopo aver ricevuto quella diagnosi a metà Marzo e sino ad ora, sono stato fortunato ad aver avuto la cooperazione, l’aiuto ed il supporto mentale, sia sul piano personale che delle questioni d’affari, di due amici. Il mio amico T, che è mio amico sin dai tempi del liceo ed è un membro della KON’Stone Inc, ed il produttore H; vi ringrazio entrambi dal profondo del cuore. Grazie infinitamente. È difficile per me con il mio misero vocabolario esprimere adeguatamente la mia gratitudine. Mia moglie ed io abbiamo entrambi ricevuto molto da voi.
Se voi due non foste stati lì per noi, sono certo che io avrei anticipato la mia morte nel vedere mia moglie qui seduta al mio fianco con considerevolmente maggiore trepidazione ed ansietà. Vi sono veramente debitore.
E, se posso chiedervi ancora una cosa, potreste aiutare mia moglie a spedirmi verso l’altra riva, dopo la mia morte? Sarei in grado di prendere quel volo con la mia mente in pace se poteste fare questo per me. Ve lo chiedo dal profondo del mio cuore.

Così, a tutti coloro che mi hanno seguito con attenzione per tutto questo lungo documento, grazie.
Con il cuore pieno di gratitudine per tutto quanto di buono c’è al mondo, poso ora la mia penna.
Ora scusatemi, ma devo andare.
Satoshi Kon

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