11.12.08

Cattedrale

Immagine di Cattedrale

Piccoli uomini che a stento emergono come protagonisti di una storia. Piccoli uomini con le loro piccole azioni; gesti minimi che Carver dissemina nel testo e che insieme ai titoli sembrano sussurrarci qualcosa di più, quasi come interpreti di un senso nascosto o da decifrare. Ogni racconto è uno sguardo rubato alla vita di qualcuno, e da ladri non possiamo che entrarvi come spettatori silenti, impossibilitati a porre domande.
Problemi con l’alcool, divorzi, separazioni e solitudine sono temi ricorrenti, comuni alle figure che attraversano con umiltà le pagine di Cattedrale; figure prive di un equilibrio che spesso hanno smesso di rincorrere. La vita è così, fatta di momenti di estremo valore che si nascondono nelle pieghe di una quotidianità fatta di disperazione (o salvezza) che esplode improvvisa a partire da gesti, frasi o piccoli avvenimenti. Ma nessuno è lì, pronto a darci spiegazioni, con la verità in mano. Qualcosa succede. Punto. Forse da lettori ce la faremo anche sfuggire, questa epifania, nascosta com’è in azioni minime, in pensieri accennati, in brevi momenti di lucidità. Pochi attimi in cui la vita si rivela portatrice di senso (e il racconto diventa possibile, come direbbe Domenico Starnone). Curioso pensare che, forse, quel senso non esiste (né in questa realtà né in quella della finzione), è solo un’invenzione che ci aiuta ad andare avanti.
Si apprezza ancora di più a posteriori.

Extra
Consigliata la lettura della prefazione nell’edizione I Quindici della minimum fax.

Rassegna stampa sul sito della casa editrice: clicca qui.

La polemica
Quando si parla di Carver facilmente si arriva a parlare del suo editor, Gordon Lish, e del ruolo che questo ha avuto nell’opera dell’autore.
A tal proposito ecco due articoli interessanti:
Alessandro Baricco su La Repubblica
Alessandra Farkas sul Corriere della Sera

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