31.3.16

Il paese dei coppoloni, Vinicio Capossela







3/5 ✮











 
Il linguaggio di Vinicio Capossela ha una pasta densa e calda che ha un fascino particolare. Una firma d’autore. La sua voce trasforma in epica la vita di piccoli personaggi di paese. Una teoria di esseri stravaganti: fantasmi, narratori, combattenti, stregoni, curatori, bestie e diavoli. Il tutto mescolato a miti greci e locali, parabole religiose e leggende laiche. Vinicio si fa cantore di questa realtà da lui tanto amata, insieme costruendo quest’epica popolare ed edificando una propria storia personale e intima, “nel tentativo di portare la menzogna della realtà alla verità dell’immaginazione”. La necessità di tornare per ritrovarsi, la ricerca dei Siensi di un autore che sembra denunciare un senso di vuoto interiore, novello Ulisse alla ricerca della sua patria spirituale. Allo sbando tra musica e alcol il cantastorie Capossela cerca di tracciare un percorso che leghi insieme le sue origini, le sue passioni, i suoi vuoti e i suoi pieni; e non può che farlo raccontando. In copertina il quadro di Rocco Briuolo mostra la relogia, l’orologio le cui lancette si fermarono durante il terremoto del 23 novembre 1980, “l’ora in cui finì il mondo della civiltà contadina” segnando il tempo dell’immobilità. Un tempo apparentemente fermo, eppure da preservare, perché immobile su suolo cedevole.
Il paese dei coppoloni rimane, però, un capolavoro mancato. Alle qualità stilistiche dell’autore non si è accompagnato un editing deciso, capace di porre limiti e mettere ordine in un libro troppo dispersivo e frammentato, a volte ripetitivo (anche in rapporto ai forti echi dei libri precedenti e delle sue canzoni) e con sequenze che si sarebbero potute tagliare senza troppi patemi.

Note aggiuntive:
Il paese dei coppoloni è anche un film, omonimo, e un album, Le canzoni della Cupa. La pellicola mostra poca solidità e non riesce ad essere indipendente dal libro, ma è interessante per chi voglia scoprire i volti reali di alcuni personaggi del romanzo e ritrovare i luoghi narrati.

Fonte citazioni:
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