16.4.11

Solar di Ian McEwan

More about Solar

Ian McEwan è un grandissimo scrittore e leggere un suo libro, qualunque cosa scriva, diventa piacevole per il solo osservare la sua immensa e “pulita” capacità descrittiva. Però alle vicende di Beard manca qualcosa, il fascino di una storia romanzata, quasi che tutto sia così realistico, così immerso nella contemporaneità, che finisce col perdere l’atmosfera calda del semplice racconto. Ho iniziato a leggere La casa del sonno, dopo Solar, e già dalle prime pagine ho avvertito la differenza mentre tornava il piacere di entrare in un mondo “altro”. O forse la colpa di questa sensazione è da circoscrivere alle minuziose incursioni scientifiche di McEwan che tanto per cambiare mostra la sua abnorme cultura multidisciplinare, schiacciando però il cuore pulsante del libro e rallentandone i battiti.

Un altro Contro: non l’ho trovato tanto spassoso, come invece si diceva adulando lo scrittore nelle numerose recensioni sul web e in televisione.
Un altro Pro: il finale è perfetto.

P.s.
Cavolo, in molte recensioni si parla del pene che si stacca durante la spedizione, perfino Piero Citati lo dice, ma è il classico “dettaglio condiviso” che mi fa dubitare che abbiano letto davvero il libro, o che lo abbiano letto tutto.

Raccolta di stralci di recensioni

Che Tempo Che Fa
(Intervista a Ian McEwan. Interessante il discorso sulle false promesse dei politici riguardo l’ambiente, accostato alle false promesse a inizio anno di mangiare meno ecc., fatte proprie anche da Beard nel romanzo)

Pietro Citati, la Repubblica, 08/11/2010
Nella sua forma di romanzo, Solar è un saggio brillantissimo sull’odierna industria culturale: sul mostruoso coacervo di convegni, discussioni televisive, discussioni giornalistiche, falsi libri che produce la maggior quantità di sciocchezze che sia mai stata pronunciata. McEwan è affascinato da questa inesauribile folla di sciocchezze, che suscitano in lui una gioia occulta, un’ilarità furibonda. Con sempre rinnovata perfidia, le schernisce e le beffeggia.

Debaser
McEwan è implacabile con il suo protagonista, vero e proprio mostro di decadenza che ha trasformato la propria esistenza in una ridicola apoteosi del piacere fisico fine a sé stesso (con particolare predilezione per cibo e sesso), senza preoccuparsi delle macerie affettive causate dal suo atteggiamento misantropo ed egoista. Non solo McEwan non gli concede attenuanti né sconti: ma lo pone a diretto contatto con una questione viceversa tanto imponente e cruciale come quella del surriscaldamento globale.

È proprio in questo che sta la grandiosa forza satirica di Solar, in questo confronto che si riverbera, ora esplicito ora sottinteso, in ogni riga del romanzo: il confronto fra le ridicole ottusità e debolezze umane - di cui Beard è campione indiscusso - e l’enormità, la complessità, il peso delle scelte e delle azioni che il genere umano si trova costretta a compiere in una fase tanto delicata della sua storia.
È un confronto oggettivamente agghiacciante, ma al tempo stesso irrimediabilmente comico: e McEwan si diverte un mondo a sottolineare gli aspetti più crudamente farseschi e grotteschi di questa sproporzione, comunicando al lettore il piacere perverso di ridere di fronte a un’umanità destinata alla catastrofe.

Solar non è un romanzo perfetto. Certi episodi (le pagine dedicate al fraintendimento, da parte della stampa, delle parole di Beard in una conferenza, con conseguenti reazioni a catena che gli varranno la fama di neonazista) sembrano appiccicati al troncone principale solo per scatenare qualche altro ghignante sorriso. In alcuni punti la trama si disperde, sembra indecisa sulla strada da prendere, si avvita su flash-back poco significativi, si perde in digressioni superflue.


Solo Libri
I due episodi più significativi del romanzo si svolgono metaforicamente in un fiordo gelato della Norvegia con 30 gradi sotto zero, e nel deserto del New Mexico, con 50 gradi di calore: è in questi luoghi del pianeta che Michel Beard è tenuto a misurarsi con se stesso, e noi con lui.

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