29.4.11

La casa del sonno di Jonathan Coe

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Davvero piacevole tuffarsi nelle atmosfere oniriche di questo libro. Subito mi è caduta addosso la fascinazione della “letteratura del racconto”, delle trame e delle idee.

Bellissima la struttura composta da piccoli paragrafi e capitoli riferiti quasi sempre a persone diverse o anni diversi, studiata per creare suspense e continui cliffhanger, ad un lettore che deve solo dare fiducia al libro ed accettare la premessa dell’espediente magico delle coincidenze, peraltro per nulla stonato nel contesto dei sogni.

Da un altro punto di vista, La casa del sonno non sfugge nell’evanescente mondo dei sogni ma rimane ben radicato al quotidiano sentire di ognuno. Molto realistica e convincente è quindi la descrizione delle emozioni dei personaggi e la creazione dei loro percorsi emotivi nel tempo; l’autore riesce inoltre ad affrontare con disinvoltura temi importanti e difficili su cui altri avrebbero potuto scrivere film vincitori di facili premi oscar del politically correct (per rimanere in tema con gli articoli di Terry). A confermare e rafforzare questo aspetto fortemente legato alla realtà è anche l’ironia e la comicità che ogni tanto (in positivo e in negativo) spezzano la fascinazione, ma anche l’eventuale pesantezza del lato più serio e poetico del racconto.

Ho trovato un po’ troppo esagerati, tale da stonare col resto, solo gli eccessi del professor Dudden, ma niente che possa compromettere il giudizio sul libro.

Commenti dell’autore: sito ufficiale.

Non lasciarti imprigionare da nessun affetto. Preserva la tua solitudine. Il giorno, se mai esso verrà, in cui ti fosse dato un vero affetto, non ci sarebbe opposizione fra la solitudine intima e l’amicizia; anzi tu potrai riconoscerla proprio a quel segno infallibile.
da L’ombra e la grazia di Simone Weil citata nel libro.

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