25.6.08

Viva La Vida



Un’apertura che ricorda i titoli di testa di un film, solo musica e belle immagini di sottofondo. La presentazione del gruppo: siamo qui, siamo un coro, siamo strumenti, stiamo per regalarvi qualcosa. Ecco cos’è Life In Technicolor, il sipario che si apre su un nuovo grande album.

Non è un album semplice, c’è bisogno di qualche ascolto per apprezzarlo, a differenza dei precedenti lavori dei Coldplay contraddistinti da una notevole immediatezza.

Viva La Vida si presenta come un progetto più che un album tradizionale, e qui probabilmente si fa sentire forte la collaborazione di Brian Eno (già produttore, tra gli altri, degli U2). Come dicevo è un esperimento, un progetto. Si apre con LIT le cui note ritornano e chiudono l’album, e nel mezzo un viaggio. È banale lo so, quante volte si è detto “viaggio” riferendosi alla musica, ma questa volta il paragone mi sembra particolarmente pregnante: VLV ti porta con sé in un viaggio nella musica, anzi nella melodia delle sue note, delle sue teorie musicali. La voce di Chris è sempre più dolce, ma nonostante il fascino di questa sonorità lieve, è sempre bellissimo ascoltare i toni bassi di cui è capace (si ascolti la prima parte di Yes in proposito).

La struttura delle canzoni è un passo avanti rispetto ad X&Y (dove si presentava troppo spesso così: “Tempesta-Quiete-Tempesta”) caratterizzata in canzoni come 42 e Yes da una scomposizione in porzioni molto eterogenee, che nella quinta traccia prende addirittura la forma di due composizioni con titoli separati: Lovers In Japan e Reign Of Love.

Per quanto elaborato è un album in cui i Coldplay hanno messo molto impegno, ma anche attenzione a dare qualcosa di intimo, personale, a ogni traccia. Si sono allontanati (per quanto possibile) dalla confusione produttiva di X&Y e si sono chiusi in un piccolo studio costruito ad hoc. Questo non ha portato al ripetersi delle atmosfere intimistiche di Parachutes, ma ha saputo donare all’album una dolcezza e sincerità che bisogna riuscire a cogliere dietro la sua trama complessa.

Violet Hill è stata, probabilmente, scelta come singolo per la sua maggiore orecchiabilità rispetto alle altre tracce e il ritmo veloce di fondo degli archi serve bene alla continua riproposizione per radio.

Viva La Vida, come singolo, potrebbe essere la nuova Fix You per quanto riguarda la risposta emotiva degli ascoltatori.

Strawberry Swing sarà sicuramente inserita nella sessione acustica del concerto.

Per finire, una nota di demerito per l’assenza dei testi all’interno del libretto (e che cazzo!).

Particolare la custodia.

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